La sveglia trillò e saltai giù dal letto come una molla. Contenta di alzarmi presto scossi mio marito che, mugugnando, aprì gli occhi e sorrise come solo lui sa fare.
«Alzati! Dobbiamo uscire mentre i bambini dormono ancora.»
Questo era il giorno che preferivo dell'anno in assoluto e volevo che i miei figli provassero la stessa sensazione di gioia e speranza di quando ero bambina io.
«Forza dormiglione!» lo spintonai giù dal letto.
«Va bene, va bene» alzò le mani in segno di resa.
Mi preparai in fretta e furia e scesi in soggiorno dove mio marito stava aspettandomi da alcuni minuti. Indossai sciarpa, cappello, guanti e cappotto e uscimmo di casa nel momento in cui mia madre arrivò per stare con i bambini.
Venimmo accolti dalla soffice e bianca neve che circondava e copriva la città.
Le decorazioni abbellivano i palazzi, i negozi e gli angoli della città con i loro colori vivaci. Arrivammo al negozio ed entrammo alla ricerca dei regali.
Tornati a casa la piccola ricciolina bionda dalla pelle candida e vellutata mi saltò in braccio sorridente. Diedi un bacio su quelle guanciotte piene e rosee e quando la scesi a terra feci lo stesso con il piccolo Luca.
«Mamma, mamma! Perché non ci sono i regali?» chiese Sofia.
«Vieni, devi sapere che Babbo Natale porta i doni solamente nella notte della vigilia.»
«E come fa a portarli a tutti i bambini del mondo?» domandò Luca.
La nonna si avvicinò, prese i due bambini per mano e li portò sul divano accanto al camino acceso, che emanava un po' di tepore, e iniziò a raccontare la storia.
«Dovete sapere che Babbo Natale ha un segreto.»
«E qual è?» chiesero in coro scuotendo le graziose testoline bionde.
«Non si separa mai dalle sue amiche renne. Sono loro che portano Babbo Natale nelle case di tutti i bambini, con la loro magia riescono ad essere così veloci da fare tutto in una notte. Senza dimenticarne nemmeno uno.»
Calata sera ci preparammo tutti per andare a messa, ad aspettare una magia ancor più grande del Natale, la nascita del Bambino Gesù: la speranza dell'essere umano.
Arrivati a casa i bambini non volevano andare a dormire.
«Vogliamo vedere Babbo Natale!»
«E' impossibile vederlo» rispose il padre. «E' così veloce che non fareste in tempo a battere le ciglia» sorrise e prese Luca in braccio e io feci lo stesso con Sofia. Li portammo al piano di sopra facendogli il solletico mentre si piegavano dalle risate. Sdraiati a letto gli rimboccammo le coperte e con un bacio si addormentarono profondamente.
«Mamma, Papà! Svegliatevi» saltarono sul letto.
«E' venuto! E' venuto» urlò Luca.
«Alzatevi» ci tirarono giù da letto e ci trascinarono fino in soggiorno dove padroneggiava, in un angolo, un grosso albero luminoso sotto cui vi erano posti i regali.
«Guardate! Guardate! Avevate ragione» urlarono.
«Oh, ma è bellissimo» sorrise il padre.
«Su, che aspettate? Andate a vedere se ci sono i vostri nomi» li spronai.
Corsero verso i pacchi e appena trovarono i loro bigliettini strapparono la carta con il sorriso sulle labbra e la gioia dentro agli occhi che a vederli riscaldavano il cuore.
La giornata passò con la compagnia dell'intera famiglia tra mangiate, scherzi, giochi e risate. E in quell'attimo vi era un senso di pace e tranquillità.
Terminammo la serata nell'unica maniera che conoscevamo: seduti intorno al camino con la chitarra in mano, una bella tazza fumante di cioccolata, biscotti allo zenzero e canti natalizi.
Perché Natale è il giorno che ti dà l'opportunità per ritrovare il tuo essere bambino e acquistare la fiducia per continuare ad andare avanti.
Buone Feste.
So per certo che quest'anno non è uno dei migliori in assoluto, ma non dimentichiamo mai le piccole cose che ci dà la vita. E questo giorno, rispetto ad altri, è quello che ci dà l'opportunità di stare insieme alla propria famiglia e alle persone a cui si vuole bene.
Vi Auguro quindi Buon Natale e incrociamo le dita per un 2014 Migliore!
Un Caloroso Abbraccio
by Damhìa=)
ps. Ieri notte alle 3:00 mi è venuta l'idea di questo mini mini racconto e l'ho voluto scrivere^^. Spero vi sia piaciuto.
lunedì 23 dicembre 2013
domenica 17 novembre 2013
CIAK... SI GIRA!
Eccomi!!
Vi sono mancata?
Oggi
voglio parlarvi di come sviluppo un libro quando scrivo.
Ognuno
di noi ha un suo stile e diversi modi di raccontare la propria storia. C’è la
terza persona, narratore esterno o interno, oppure attraverso gli occhi del
protagonista (prima persona). Ma, come riuscire a far percepire ciò che noi
vediamo? Questo è il vero punto di domanda. Come?
A
me piace scrivere come se stessi girando un film. Vedo attraverso la mia mente
come potrebbe venire una determinata scena se la scrivessi in un modo o in un
altro, e l’effetto che ne produce. Giustamente ognuno di noi ha la sua tecnica
a portata di mano.
Scrivo
pensando a tante telecamere messe nelle angolazioni e nei posti giusti (che
andrebbe bene per chi scrive alla terza persona), alle ombre e le luci che si vanno
a creare, a come far vedere il paesaggio che circonda la storia, ecc.
Vi
parlo dei film perché di certo non è facile rendere una scena ottima senza un
duro lavoro dietro. Io adoro i film e rimango affascinata dal modo con il quale
riescono ad ottenere una scena particolare, a come creano la giusta suspense,
al modo in cui riescono a farti entrare dentro alla storia, oppure a quel
sottofondo che ti crea l’atmosfera. Ecco, di certo un libro è sempre un libro,
ma immaginate di poter trasmettere tutto questo attraverso la scrittura.
Sarebbe fantastico, no?
Il
primo libro che ho scritto ho deciso di farlo in prima persona, sembra facile
ma in realtà potrebbe annoiare facilmente se non si creano questi giochi di
prospettiva anche attraverso gli occhi del personaggio. Adesso invece sto
provando a scrivere con la terza persona e attraverso i diversi punti di vista
dei personaggi che ho creato. Spero di riuscirci bene, perché è una cosa nuova
per me. Ma mi piacciono le sfide. Bisogna crearsi anche da soli le difficoltà
altrimenti penso che non si possa migliorare mai.
Alla prossima,Kiss kiss
By Damhìa=)
Ps.
E ora che ci penso anche nelle fotografie vi è lo stesso discorso. Se un
fotografo non sa cogliere il momento giusto, la luce giusta, la direzione e la
prospettiva esatta la foto non verrebbe mai come noi vorremmo. O almeno abbiamo
scattato una foto che però non provoca quell’emozione che potrebbe in realtà
suscitare.
Ma
come si dice sempre: Roma non l’hanno costruita in un giorno. Ci vuole tanta
pazienza e voglia di fare. Sbagliando si impara no? La prima volta potrai fare
una foto orribile, la seconda va già meglio, ma alla terza avrai la tua foto
perfetta! Ci vuole tanto, tanto allenamento. Questo è sicuro.E con questo vi lascio=)
mercoledì 18 settembre 2013
...I SOGNI...
Abbiamo
due tipi di sogno: quelli che teniamo dentro al cassetto nella speranza che un
giorno si possa aprire e quelli che invece nascono nella nostra mente durante
il sonno.
Ed
è di quest'ultimo che voglio parlare. Ciò che sogniamo di solito ci sembra
senza senso. I sogni possono essere assurdi e senza logica. In altri casi,
invece, ci rendiamo conto che ciò che abbiamo sognato è la nostra paura più
grande, i nostri desideri o i nostri sentimenti più nascosti.
Il
nostro inconscio elabora ciò che in realtà noi cerchiamo sempre di pensare il
meno possibile o almeno vogliamo evitare. Ma quando dormiamo siamo,
diciamocelo, costretti ad aprire gli occhi alla realtà. Quante volte a voi è
capitato di fare un sogno, di svegliarvi la mattina e cercarne il significato? E poi, magari, leggendo vi rendete conto che è
davvero ciò che provate, ma non ve ne siete mai resi conto?
A
me è capitato di sognare qualcosa e poi rimuginare a quanto visto rendendomi
conto della realtà dei fatti.
Vi
parlo dei sogni perché molti possono essere inerenti ai vostri sentimenti,
molti altri invece sono un’elaborazione del vostro cervello che sviluppa situazioni
che neanche pensavate di riuscire ad immaginare. Ed è lì che entrate in gioco
voi.
Una
volta ho letto di una persona che per scrivere si allenava a mettere su carta
quanto ricordava dei sogni. Direi che è un'ottima partenza di scrittura, quella
di scrivere ciò che ricordate dei vostri sogni.
Come
fare vi starete chiedendo. È semplice, quando andate a dormire mettete accanto
a voi, sul vostro comodino, sempre un taccuino e una penna. Il sogno a volte
può essere sfuggente, quindi quando vi svegliate anche nel bel mezzo della
notte e avete sognato qualcosa non lasciatelo fuggire, incatenatelo sul vostro
foglio. Questo è un lavoro facilissimo per chi riesce a mantenere i sogni vivi
nella mente dopo aver aperto gli occhi, ma invece per chi come me i sogni se li
scorda subito dopo essersi svegliata oppure pensa di non aver proprio sognato, non
resta che scrivere di sogni passati rimasti nella mente. Io ho fatto così!^v^
Saluti.
By Damhìa=)
domenica 11 agosto 2013
Archetipi Narrativi
Chiedo
umilmente perdono per aver aggiornato solo adesso, ma purtroppo non ho avuto un
attimo di tempo per scrivere. Ma questo tempo non è sprecato, anzi ho avuto il
tempo per riflettere su quale argomento trattare, questa volta, grazie anche ai
suggerimenti della mia amica^^.
La
parola archetipo deriva dal greco antico ρχέτυπος
col significato di immagine: arché ("originale"), tipos
("modello", "marchio", "esemplare").
Per
l'appunto un modello che per molti anni si è sempre usato in letteratura e non
solo. Ognuno di noi ha sempre preso spunto da un qualche modello per creare la
propria storia e renderla, in parte originale. Perché ammettiamolo, per quanto
si possa essere originali, alla fine la maggior parte dei libri, film, ecc.
esistenti sono una rivisitazione di ciò che si è letto e visto. Ma questa è
tutta un'altra storia.
Quindi
ogni scritto si struttura su degli schemi narrativi di base che aiutano a
strutturare i personaggi e di conseguenza anche la storia.
Voglio
evidenziare l'importanza dei personaggi perché sono loro che mandano avanti
l'azione del racconto, che svolgono i diversi ruoli o situazioni ecc. Senza
personaggi, la storia non reggerebbe.
Abbiamo
dunque diversi ruoli che sono:
-
il Protagonista o Eroe: che è colui che si trova al centro dell'azione che sia un
personaggio attivo/passivo o vittima delle circostanze;
-l'Antagonista
o Ombra:
che di solito è sempre il cattivo della situazione e come di giusto tenta di
impedire l'azione del protagonista;
-l'Oggetto:
cioè qualcuno o qualcosa che si teme o che si desidera e che mette in moto
l'azione della storia;
-l'Aiutante:
che è colui che si "schiera" e "aiuta" il protagonista a
raggiungere lo scopo. Ma a volte l'aiutante potrebbe fare il doppio gioco e in
realtà fare solo finta di collaborare, mentre opera alle spalle del
protagonista. (Alla faccia dell'aiutante eh! Fidarsi è bene, ma non fidarsi...);
-l'Avversario:
che è colui che tenta in tutti i modi di non far raggiungere il percorso al
protagonista creando difficoltà e ostacoli;
Inoltre
possiamo trovare
-Il
Mentore:
lo possiamo definire il Grillo parlante dell’Eroe; colui che ha
funzione paterna o materna se è una donna e che guida l’Eroe verso nuove
consapevolezze;
-Il
Guardiano
della
Soglia:
che può essere rappresentato in diversi modi, tra cui persone o indovinelli da
svolgere, facendo sì che l’Eroe si evolva interiormente;
-Il
Mutaforma:
è colui che passa da un archetipo ad un altro. Nel senso che è un personaggio
che cambia e finge di essere qualcosa che non è e poi magari ritorna ad essere
normale o cambia nuovamente. Il Mutaforma può essere ad esempio un Mentore che
diventa Ombra.
Come
si può notare in una storia, che sia fantasy, romantico, giallo ecc., ci sarà
sempre il bene e il male, il buono e il cattivo, chi ti aiuta o chi ti dà la
zappa sui piedi. Ad ogni personaggio dunque bisogna attribuire un lato
psicologico, sociale, ideologico che lo caratterizzi e lo identifichi nel suo
ambito.
Spero
come sempre di essere stata d'aiuto e cercherò di aggiornare il prima
possibile.
Kiss
kiss
By
Damhia=)
lunedì 1 luglio 2013
Personaggi
Rieccomi
ad aggiornare il mio blog. Vi chiedo scusa se in questi giorni non ho messo
niente.
Bene,
oggi vi voglio parlare un po’ dei personaggi e cosa faccio per inventarli.
Dunque,
dopo aver steso la trama quello che mi aiuta molto è creare una scheda per ogni
singolo personaggio in modo da tenere sempre a mente e anche scritto ciò che ho
stabilito fin dall’inizio.
Nella
scheda ci sarà:
-Nome
e cognome del personaggio
-
Le caratteristiche come l’aspetto fisico, carattere, altezza, colore degli
occhi, capelli, data di nascita, luogo in cui vive(se necessario), hobby,
passioni, amicizie ecc. ecc.
Stilando
questa scheda potete essere sicuri che il vostro personaggio dal primo capitolo
all’ultimo avrà sempre le stesse caratteristiche.
A
volte capita che iniziando a scrivere di getto e senza uno schema ben
costruito, col tempo, capitolo dopo capitolo, si faranno dei cambiamenti sul
modo di fare e di essere del personaggio, magari senza accorgersene, così
facendo il lettore non riuscirà a capire com’è realmente quella persona.
Per
questo bisogna avere uno schema, per poter dare vita fin dalla prima pagina al
personaggio e farlo crescere gradualmente, insieme a noi.
Lo
scrittore deve lavorare molto sul personaggio. Prima di iniziare a scrivere,
bisogna avere le idee chiare.
Un
autore non si può perdere nel suo mondo o con i suoi personaggi perché è lui
che l’inventa, è lui che dà vita dal singolo fiore fino all’ultima goccia
d’acqua.
Perciò
il mio consiglio è, abbiate pazienza e cercate di scrivere gli schemi a vostro
piacimento in modo che possano aiutarvi nella creazione del vostro racconto.
Sicuramente
vi starete chiedendo: ma quando si comincia a scrivere veramente? Bisogna
aspettare prima di iniziare a scrivere un racconto. Se non si hanno degli
schemi ben stabiliti sarà difficile iniziare una storia, figuriamoci
terminarla. Bisogna avere pazienza, tanta pazienza!=D
Un
Beso
Damhìa=)
sabato 22 giugno 2013
In fondo e Infondo
Leggendo
varie storie su internet mi sono accorta che sono tante le persone che compiono
errori, ma se si vuole migliorare bisogna almeno conoscere bene le parole che
si utilizzano nel parlare o nello scrivere.
Io,
certo, sono la prima a fare degli errori, non conosco tutte le parole italiane
che abbiamo… e lasciatemi dire che ne abbiamo davvero una quantità industriale,
ma ogni parola ha diverso significato, anche se a volte simile.
Possiamo
prendere come esempio tantissime parole uguali, ma con significato diverso.
Inizio
con la parola “ ancora”
-Ancora
una volta mi hai disobbedito!
-Tu
sei la mia àncora di salvezza.
Insomma
come potete vedere sembrano uguali, ma un accento al posto giusto o sbagliato
può fare la differenza.
Possiamo
passare anche ad un’altra parola, ad esempio “principi”
-I
princìpi della Democrazia; Avere i propri princìpi, ecc.
Vedete
come cambia il significato?
Adesso
però voglio parlare dell’errore che più comunemente ho visto, ed è la parola infondo
usata molto spesso erroneamente per parlare di qualcosa che sta nel profondo o
nel fondo.
Vi
faccio degli esempi di “in fondo”
-Credo
di aver visto qualcosa in fondo a quel tunnel, tu no?
-Adesso
devo andare in fondo a questa faccenda!
-In
fondo al mio cuore so che è questa la verità.
Adesso
vi faccio alcuni esempi che riportano la parola "infondo" che deriva dal verbo
infondere che significa trasmette, suscitare un sentimento a qualcuno.
-Io
ti infondo la mia saggezza, prendine atto.
-In
vista degli esami ti infondo un po’ di coraggio!
Come
potete vedere sono due parole distinte e separate l’una con l’altra. Non hanno
stesso significato e una è scritta staccata e l’altra no.
Purtroppo
noto con dispiacere che a volte qualcuno che magari è bravo a scrivere poi
incorre in un errore del genere e quella singola parola sbagliata, ripetuta più
volte, mi fa capire che il nostro italiano pian piano si sta disfacendo.
Per
carità anche io sbaglio, errare è umano, ma cerco in tutti i modi di tenere
salda la lingua italiana, per quanto la conosco. La nostra lingua è forse una
delle più difficili da parlare e scrivere, ma è proprio per questo che dobbiamo
tenerla stretta a noi. Come dicono sempre tutti: il futuro sarà dei giovani, ma
se non sappiamo parlare o scrivere un italiano corretto, non dico perfetto ma
corretto, che futuro avremo mai? L’italiano va custodito, non dico che dovremmo
studiare l’intero dizionario a memoria, ma almeno aprire le pagine e leggere
quella parola che magari non ricordiamo come si scrive o cosa significa,
bisogna farlo.
Quando
scrivo ho sempre al lato un dizionario d’italiano e uno dei sinonimi e contrari
per aiutarmi a scrivere e cercare di non ripetermi e questo non sapete quanto
aiuta a facilitare la scrittura.
Leggete,
leggete, leggete, è il modo migliore per non sbagliare.
Non
pensate però che siano solo i ragazzi come quelli della mia età o più giovani
che sbagliano. Ci stanno anche quelli famosi e ai "piani alti". L’ignoranza
purtroppo regna sovrana ovunque. Anch’io mi sento ignorante, non conosco tutto
e c’è molto da imparare.
Un’altra
cosa che mi dà fastidio invece è quando anche nei telegiornali cambiano
l’accento di una città. Per quale motivo poi? Se è da una vita che viene
chiamata in un modo perché lo si cambia?
E
con questo termino qui.
Baci
Damhìa=)
venerdì 7 giugno 2013
Il lucchetto della mente
Leggendo
il post di Daniele Imperi http://pennablu.it/via-scrittura/
mi è venuta l’idea per scrivere sul lucchetto che molti mettono alla loro
scrittura.
Vi
capita mai a volte di leggere un libro e rendervi conto che non scaturisce
alcuna emozione? Che è piatto? A me è capitato di leggere qualcosa del genere.
Quello
che ho imparato scrivendo, ma soprattutto leggendo è che le emozioni dello
scrittore se non sono sincere, o se si mette un freno solo per la paura del
giudizio dei lettori, il suo lavoro appare incompleto, come se mancasse qualcosa
per renderlo unico, speciale.
Quando si scrive bisogna essere spontanei, liberi dai pregiudizi, bisogna far uscire i propri sentimenti e scriverli in bianco e nero su carta, perché quando si legge un libro è come se si stesse leggendo lo scrittore stesso, si percepiscono le sue emozioni, i suoi dolori, la sua rabbia. Scriviamo ciò che noi siamo, ecco come la penso.
Se
scrivo ma sono annoiata e non mi va di farlo, di certo leggendo si noterà che
non avevo molta voglia. Qualcosa cambia, si scrive poco, viene scritto male e
soprattutto senza entusiasmo.
Una
volta ho scritto un capitolo solo perché mi andava di terminarlo e quando l’ho
stampato per farlo leggere a mia sorella mi ha detto: si vede che lo hai scritto
senza voglia, fa schifo! Leggendolo mi sono detta che aveva ragione, faceva proprio pena.
Se sei triste e depressa, scriverai negativamente, vedrai tutto nero e niente bianco e tutti i personaggi saranno un ammasso di depressi! E se sei arrabbiato? Vi immaginate un libro del genere dove emerge solo la rabbia?
Con
questo non voglio dire che non dovete scrivere quando provate queste
sensazioni, escluso quando non si ha voglia, ma dovete cercare di metterle tutte
insieme e rendere il vostro scritto personale ed equilibrato, tranne che il
caso non richieda diversamente. Certo se un romanzo è stato predisposto per
avere un determinato sentimento prevarrà rispetto agli altri, ma sempre su quel
personaggio che vi siete stabiliti, perché ricordatevi che non possono pensarla
sempre tutti allo stesso modo.
Parto
anche parlando del disegno perché anche i disegni trasmettono qualcosa. Quante
volte notiamo un dipinto e cominciamo ad analizzarlo in tutte le sue sfaccettature?
Anche qui si può notare i sentimenti che il pittore in quel momento ha fatto
scaturire. Un pittore triste, depresso creerà un quadro i cui colori saranno
spenti. Proprio di una persona triste.
Un
pittore allegro troverà nei suoi sentimenti colori vivaci, luminosi, vivi…
allegri appunto. Oppure un pittore arrabbiato dipingerà linee veloci,
irregolari e premerà marcando con forza sulla tela che si ritrova davanti.
Questo per dirvi che ogni sentimento ha le sue parole e chi le legge le percepisce proprio come quel dipinto che scrutate e analizzate in ogni piccolo dettaglio.
Perciò
quando scrivete fate uscire i vostri sentimenti, uniteli, plasmateli come fosse
creta. Non chiudeteli a chiave dentro un cassetto, ma fate in modo che sia il
vostro punto forte. Non vergognatevi e scrivete quello che più vi piace,
facendo uscire voi stessi. ;-)
Baci
Baci,
by
Damhìa=)
lunedì 3 giugno 2013
Date sfogo alla fantasia
Molti
vedono il fantasy solo come un genere per ragazzi, ma io non la penso così. Una
storia fantasy è qualcosa di magico che riesce a donare al lettore quasi una
nuova vita.
Ci
si ritrova all’interno di un mondo diverso da quello reale, con leggi nuove,
vite nuove, paesaggi diversi dall’ordinario. Chi non vorrebbe vivere nel
proprio mondo fantastico?
Non
penso che sia adatto solo alla fascia dei ragazzi, ma anche a quella degli
adulti. Leggere o scrivere un fantasy è come guardare un film su questo genere.
Mettiamo
per esempio Avatar di J. Cameron, voi lo definireste solo un film per ragazzi?
Dentro un fantasy come Avatar possiamo trovarci la morale della storia, leggi e
modi di vivere completamente diversi dai nostri (anche se gli umani ci sono e
come al solito qualsiasi cosa toccano distruggono), un mondo creato così bene
da poter sembrare reale. Così coinvolgente che sembra di viverla in prima
persona.
Ecco,
un fantasy può sembrare una bella storia, ma allo stesso tempo donare delle
perle di saggezza in un modo diverso dal solito romanzo.
Non
dico che gli altri non sono da meno, ma penso che il fantasy debba venire preso un po’ più in considerazione. Non
pensiamo al fantasy solo come storie soprannaturali che parlano esclusivamente
di vampiri, zombie ecc. ,che sono belle storie (anche io ne leggo molti di
questo genere e ho anche provato a scriverne una che ho voluto pubblicare in un
sito), ma non c’è solo il soprannaturale!
E
poi qualcosa che mai nessuno vi potrà criticare è di dare sfogo alla vostra
fantasia. Vi piace il fantasy? Scrivete storie di fantasia? Nessuno potrà mai
dirvi che non va bene… è tutto inventato!
Nessuno
può dirvi che così non si fa, che le regole sono diverse ecc. ecc.
Siete
voi che dettate legge.
Se
volete un mondo piatto, un mondo piatto avrete. Se volete che le persone abbiano
due teste e quattro piedi, così sarà. Non c’è nessuno che può decidere per voi.
E’
fantasia e ognuno ci mette ciò che più desidera. I pinguini voleranno e gli
uccelli magari no! Siete voi a deciderlo. E’ il vostro mondo.
Questo
è ciò che penso quando parlo di fantasia.
Ma…
c’è sempre un ma. Niente di tragico però. Anche la fantasia ha bisogno, secondo
me, di alcune regole per essere completa e rendere il vostro mondo fantastico,
ancora più fantastico.^-^
Ed
ecco quali:
Il
primo consiglio che vi do è di definire in quale periodo fantasy si stabilirà
la vostra storia.
Deciso
questo, ecco gli altri punti:
-
Sarà un mondo dove vi è la magia? Se sì,
pensate a come un mago possa utilizzarla. Che incantesimi ci saranno? Bisogna
pronunciare delle parole magiche affinché funzioni? Creare dei simboli? Bisogna
avere una bacchetta magica? O un semplice gesto delle dita basta? Ci saranno
dei sacrifici per utilizzare la magia? C’è solo la magia bianca o anche quella
nera? O altri tipi di magia? Incantesimi proibiti? Ci saranno dei riti per
diventare maghi? O lo si è già dalla nascita?
-
Il vostro mondo da chi sarà governato?
Da una Monarchia? Una Democrazia? Quanti Continenti ci sono? Nazioni? Quali
sono e con chi confinano? Che rapporti hanno? Ci sono dei conflitti o vanno
tutti d’amore e d’accordo? Che usanze hanno? La Fauna e la Flora? Che tipo di
Clima abbiamo? Caldo? Temperato? Freddo? Umido? Asciutto?
Fatto questo andate più nel dettaglio:
-
Quali razze popolano il vostro mondo?
Come vivono? Di cosa si nutrono? Ci sono dei conflitti razziali? Hanno credi
religiosi?
-
Il Commercio del vostro mondo com’è
sviluppato? Come si spostano da un paese a un altro?
Come
avete potuto notare sono tante le domande che mi pongo per creare al meglio un “Mondo
Nuovo”.
Quindi
prendere carta e penna e iniziate a realizzare il vostro mondo fantastico. ;-D
Baci
Damhìa=)
Ps:
E voi cosa ne pensate del Fantasy?
Pps. Per chi volesse
leggere la mia storia e dire cosa ne pensa: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=235225mercoledì 22 maggio 2013
La Trama
Ciao a tutti,
l’ultima volta vi ho parlato delle 5 domande per poter dare una base al libro. Oggi, invece, vi voglio parlare della trama.
La trama, riassunto o
sintesi, come volete chiamarla, serve a stabilire i contenuti che vi saranno
all’interno della storia del libro.
E’ utile per
suddividere la storia in più parti e serve come punto di partenza in quanto lì
andrete a scrivere i punti più salienti
della storia che state creando, allo stesso tempo vi aiuterà a stabilire cosa
ci sarà all’interno del libro e ad avere una visione più chiara di quello che
andrete a scrivere.
La trama scritta
all’inizio può sempre cambiare, ma quando si comincia a scrivere è normale che
quello che hai pensato poi viene sviluppato ed arricchito. Infatti serve solo
come linea guida.
La trama conterrà
l’inizio, lo svolgimento e la fine (che poi in realtà in una trama la fine si
omette, ma questo quando dovrebbe fare da quarta di copertina e per il momento
a noi non interessa) della storia e sarà l'Anteprima Libro, mettiamola così.=)
Inoltre vi aiuterà a
semplificare la vita per la Sinossi che al termine della vostra storia andrete
a scrivere, se volete pubblicare con un Editore. Perché gli Editori prima di
leggervi il libro vi chiederanno una Sinossi che non sia più lunga di una
pagina, ma che riassumi in modo impeccabile tutta la storia, con tanto di
finale.
Quindi create la vostra
trama e arricchitela, senza esagerare! =P
Come sempre, al
prossimo aggiornamento.
Baci Baci,Damhìa=)
In pochissime parole la
Trama equivale al Trailer di un film. Vi fanno vedere le scene più avvincenti,
ma poi si fermano sul più bello invogliando la gente ad andare a vederlo.
La Sinossi, invece, deve riassumere a grandi
linee il contenuto del libro senza tralasciare niente, perciò nessun effetto
sorpresa o spoiler. Dovete scrivere tutto (in una pagina però!), perché
ricordatevi che dovete mandarlo ad un Editore, quindi dovete invogliarlo a
leggere il libro per intero e dovete fargli capire che vale la pena pubblicarlo.
Spero di non aver incasinato le vostre teste!
mercoledì 15 maggio 2013
Le Fondamenta...
Ma salve a tutti=),
CHI? COSA? QUANDO? DOVE? PERCHE’?
Lo so, lo so. Vi state domandando se sono fusa o meno 0.0?. No, ancora ce ne vuole di tempo per fondere.(ci sono quasi vicina)
Le domande lì sopra menzionate, sono le 5 famose, anzi famosissime domande che ti inculcano da bambini per imparare a studiare Storia. E chi è che non le ha mai sentite pronunciare?
Bene, pensavo che queste domande fossero inutili. Ho sempre seguito il libro di storia studiando le cose più importanti, ma senza seguire opportunamente le domande. Invece da quando mi sono messa a scrivere, ecco che le domande mi tornano alla mente senza averle pensate. E sono utili, davvero.
Quando vuoi iniziare a scrivere un libro devi avere una base su cui piantare le fondamenta, altrimenti la storia non si regge da sola. Ed ecco a voi da dove iniziare.
Chi? Da questa domanda potete capire se nel vostro libro c’è un solo protagonista o più di uno.
Cosa? Potrebbe essere qualsiasi cosa. Magari un oggetto che il protagonista sta cercando.
Quando? Questa domanda potrebbe esservi utile a stabilire dove volete svolgere la vostra storia. Futuro? Passato? Presente? Sta a voi decidere. E poi se è un mondo di fantasia, ancora meglio.
Dove? Vi può aiutare a scegliere il luogo in cui inizia o termina la storia oppure dove si svolge per tutto il tempo.
Perché? Questa domanda la reputo la più importante di tutte. Se all’interno della storia non sapete il perché di quello che sta accadendo, il perché si sta cercando quell’oggetto, allora non riuscirete a scrivere bene e il lettore non capirebbe niente.
Vi faccio un esempio sul momento.
Chi? Uno stregone.
Cosa? Sta cercando un antico libro di arti magiche. (Quindi, magari affronterà un viaggio. Complichiamogli la vita a questo povero uomo.)
Quando? Facciamo che si trova nel Medioevo.
Dove? In un villaggio dove accadono strane cose. Straaniiissime coooose!!
Perché? L’antico libro di arti magiche contiene formule potentissime in grado di aiutare le persone del villaggio a liberarsi degli strani avvenimenti che incombono sulle persone, il raccolto, la terra ecc. ecc.
Beh sì, insomma, in quattro e quattr’ otto l’unica idea che mi è venuta in mente è questa. Perdonatemi^.^’
Il bello di queste domande è che le potete usare per qualsiasi cosa. Anche per studiare!! E non solo per chi scrive, ma anche per chi disegna può utilizzarle per capire al meglio quale sarà la storia del suo fumetto.
Bene, anche per oggi termino qui.
Spero di essere stata utile e fatemi sapere se le domande vi hanno aiutato a semplificare la vita=)
E se posso aiutarvi, per quanto ne so, tenterò.
Al prossimo aggiornamento,
Kiss Damhìa=)
Ps. Con questa storiella quattro e quattr’otto mi si è accesa la lampadina. Anche a voi? Ehi, non copiate, c’è il copyright! Ma quanto sono cattiva >:] No scherzo. Se vi è arrivata l’illuminazione divina, ben venga. Sarò contenta per voi. Quindi in bocca allo squalo (ehi, non possiamo far crepare sempre il lupo! Di squali ne abbiamo in abbondanza!)
Kiss kiss=*
CHI? COSA? QUANDO? DOVE? PERCHE’?
Lo so, lo so. Vi state domandando se sono fusa o meno 0.0?. No, ancora ce ne vuole di tempo per fondere.
Le domande lì sopra menzionate, sono le 5 famose, anzi famosissime domande che ti inculcano da bambini per imparare a studiare Storia. E chi è che non le ha mai sentite pronunciare?
Bene, pensavo che queste domande fossero inutili. Ho sempre seguito il libro di storia studiando le cose più importanti, ma senza seguire opportunamente le domande. Invece da quando mi sono messa a scrivere, ecco che le domande mi tornano alla mente senza averle pensate. E sono utili, davvero.
Quando vuoi iniziare a scrivere un libro devi avere una base su cui piantare le fondamenta, altrimenti la storia non si regge da sola. Ed ecco a voi da dove iniziare.
Chi? Da questa domanda potete capire se nel vostro libro c’è un solo protagonista o più di uno.
Cosa? Potrebbe essere qualsiasi cosa. Magari un oggetto che il protagonista sta cercando.
Quando? Questa domanda potrebbe esservi utile a stabilire dove volete svolgere la vostra storia. Futuro? Passato? Presente? Sta a voi decidere. E poi se è un mondo di fantasia, ancora meglio.
Dove? Vi può aiutare a scegliere il luogo in cui inizia o termina la storia oppure dove si svolge per tutto il tempo.
Perché? Questa domanda la reputo la più importante di tutte. Se all’interno della storia non sapete il perché di quello che sta accadendo, il perché si sta cercando quell’oggetto, allora non riuscirete a scrivere bene e il lettore non capirebbe niente.
Vi faccio un esempio sul momento.
Chi? Uno stregone.
Cosa? Sta cercando un antico libro di arti magiche. (Quindi, magari affronterà un viaggio. Complichiamogli la vita a questo povero uomo.)
Quando? Facciamo che si trova nel Medioevo.
Dove? In un villaggio dove accadono strane cose. Straaniiissime coooose!!
Perché? L’antico libro di arti magiche contiene formule potentissime in grado di aiutare le persone del villaggio a liberarsi degli strani avvenimenti che incombono sulle persone, il raccolto, la terra ecc. ecc.
Beh sì, insomma, in quattro e quattr’ otto l’unica idea che mi è venuta in mente è questa. Perdonatemi^.^’
Il bello di queste domande è che le potete usare per qualsiasi cosa. Anche per studiare!! E non solo per chi scrive, ma anche per chi disegna può utilizzarle per capire al meglio quale sarà la storia del suo fumetto.
Bene, anche per oggi termino qui.
Spero di essere stata utile e fatemi sapere se le domande vi hanno aiutato a semplificare la vita=)
E se posso aiutarvi, per quanto ne so, tenterò.
Al prossimo aggiornamento,
Kiss Damhìa=)
Ps. Con questa storiella quattro e quattr’otto mi si è accesa la lampadina. Anche a voi? Ehi, non copiate, c’è il copyright! Ma quanto sono cattiva >:] No scherzo. Se vi è arrivata l’illuminazione divina, ben venga. Sarò contenta per voi. Quindi in bocca allo squalo (ehi, non possiamo far crepare sempre il lupo! Di squali ne abbiamo in abbondanza!)
Kiss kiss=*
venerdì 10 maggio 2013
Scrivere...che Passione
Ciao a tutti,
inizio col dirvi che scrivere è passione. Senza non si può scrivere, deve piacere, deve anche rilassarti perché no. Io quando scrivo mi concentro sulla storia e basta, non c’è altro nei miei pensieri.
Quando scrivo sono totalmente immersa nelle parole, sono all’interno di un nuovo mondo, vivo attraverso i personaggi e la storia che creo, e in quelle che possono essere minuti oppure ore il mondo reale non esiste.
Scrivere non vi piace? Non c’è problema, non tutti abbiamo le stesse passioni. C’è a chi piace disegnare, me in primis, e anche lì sei concentrato nella tua arte. Non c’è niente oltre a quel disegno, solo tu e il foglio che sta prendendo vita tratto dopo tratto. E quando quel disegno sarà finito, ti sentirai soddisfatto, magari gli altri non ti capiranno o ad altri non piacerà, ma non importa perché quella è la tua creatura e ne sei orgogliosa.
Conosco un’amica che va in una scuola di fumetti e quando torna a casa e lì nella sua stanza che disegna per otto ore per cercare di migliorarsi, per poter un giorno esprimere ciò che prova attraverso il fumetto, di mettere i suoi ideali su carta. Ditemi se questa non si chiama passione!
Non vi piace scrivere e nemmeno disegnare? C’è la musica. La musica ci invade, sono tante le persone che suonano, che cantano, che ascoltano. Sentire le note che escono da un pianoforte, da una chitarra, un basso, una batteria, un violino e chi ne a più ne metta se c’è passione la senti, così come ballare.
Vi dirò che tutto quello che vi ho citato mi piace, ad esempio mi sarebbe piaciuto tantissimo fare una scuola di ballo, ma non l'ho mai fatta.
La musica: da piccola mi sono fatta comprare una pianola e alle medie ci hanno insegnato a leggere le note e io stavo a casa ad imparare un testo, magari anche quello di natale, ma mi piaceva e lo facevo con voglia, ma poi finite le medie è finita anche la musica quindi già da questo si capisce che non è passione vera e propria.
Tutto questo per dirvi che per fare qualcosa al meglio c’è bisogno di Passione..e anche tanta voglia di fare.. qualunque cosa essa sia.
Come vi ho detto all’inizio, scrivo da poco, ma scrivo ovunque: in macchina, quando sono in giro, a casa, sulla nave, in aereo.
Ho sempre con me un taccuino dove segno le mie idee, e se non avete il taccuino, ormai con le nuove tecnologie dei cellulari avete word incorporato. Scrivo anche lì a volte, quando è possibile. Certo non mi metto con il cellulare in mano quando sto in aereo!
Quindi trovate la vostra passione e dedicategli una parte del vostro tempo. Io la mia l’ho trovata.
Spero di non essere stata noiosa.
A presto.
Beso Damhìa=)
inizio col dirvi che scrivere è passione. Senza non si può scrivere, deve piacere, deve anche rilassarti perché no. Io quando scrivo mi concentro sulla storia e basta, non c’è altro nei miei pensieri.
Quando scrivo sono totalmente immersa nelle parole, sono all’interno di un nuovo mondo, vivo attraverso i personaggi e la storia che creo, e in quelle che possono essere minuti oppure ore il mondo reale non esiste.
Scrivere non vi piace? Non c’è problema, non tutti abbiamo le stesse passioni. C’è a chi piace disegnare, me in primis, e anche lì sei concentrato nella tua arte. Non c’è niente oltre a quel disegno, solo tu e il foglio che sta prendendo vita tratto dopo tratto. E quando quel disegno sarà finito, ti sentirai soddisfatto, magari gli altri non ti capiranno o ad altri non piacerà, ma non importa perché quella è la tua creatura e ne sei orgogliosa.
Conosco un’amica che va in una scuola di fumetti e quando torna a casa e lì nella sua stanza che disegna per otto ore per cercare di migliorarsi, per poter un giorno esprimere ciò che prova attraverso il fumetto, di mettere i suoi ideali su carta. Ditemi se questa non si chiama passione!
Non vi piace scrivere e nemmeno disegnare? C’è la musica. La musica ci invade, sono tante le persone che suonano, che cantano, che ascoltano. Sentire le note che escono da un pianoforte, da una chitarra, un basso, una batteria, un violino e chi ne a più ne metta se c’è passione la senti, così come ballare.
Vi dirò che tutto quello che vi ho citato mi piace, ad esempio mi sarebbe piaciuto tantissimo fare una scuola di ballo, ma non l'ho mai fatta.
La musica: da piccola mi sono fatta comprare una pianola e alle medie ci hanno insegnato a leggere le note e io stavo a casa ad imparare un testo, magari anche quello di natale, ma mi piaceva e lo facevo con voglia, ma poi finite le medie è finita anche la musica quindi già da questo si capisce che non è passione vera e propria.
Tutto questo per dirvi che per fare qualcosa al meglio c’è bisogno di Passione..e anche tanta voglia di fare.. qualunque cosa essa sia.
Come vi ho detto all’inizio, scrivo da poco, ma scrivo ovunque: in macchina, quando sono in giro, a casa, sulla nave, in aereo.
Ho sempre con me un taccuino dove segno le mie idee, e se non avete il taccuino, ormai con le nuove tecnologie dei cellulari avete word incorporato. Scrivo anche lì a volte, quando è possibile. Certo non mi metto con il cellulare in mano quando sto in aereo!
Quindi trovate la vostra passione e dedicategli una parte del vostro tempo. Io la mia l’ho trovata.
Spero di non essere stata noiosa.
A presto.
Beso Damhìa=)
lunedì 6 maggio 2013
Mi presento...
E’
la prima volta che apro un blog e non sono una vera esperta, ma inizio col
parlarvi un po’ di me.
Ho
diverse passioni che camminano insieme a me fin da piccola.
Mi
piace molto disegnare, infatti la
prima cosa che ho imparato da piccola era copiare le copertine dei fumetti di Topolino.
Con loro ho passato la maggior parte della mia infanzia, e quando ho iniziato a
leggere e scrivere non ho potuto fare a meno di leggerli e terminarli. Sul
disegno non ho mai fatto un corso per fumettisti, ma mi sarebbe piaciuto.
Disegno ancora, ogni tanto, ma non sono bravissima e a volte mi ritrovo a
gettare nel cestino quello che faccio. A volte mi domando come mai non riesco a
mettere ciò che ho nella mente fuori. Insomma, nella mia testa vedo
un’immagine, ma la mia mano fa l’opposto di quello che volevo. Snervante, ma
non perdo le speranze.
Mi
piace molto l’arte del massaggio. Ho fatto un corso e ne sono rimasta affascinata
più di quando già non lo ero. Riuscire ad usare il proprio corpo, la propria
energia per dare benessere ad una persona è gratificante. Mi occupo soprattutto
dello stress psico-fisico. Ci sono molte persone che sono stressate e non se ne
rendono conto, soprattutto non hanno idea di quanti problemi causa lo stress.
Una
persona stressata è nettamente nervosa, non sa staccare la sua mente, pensa in
continuazione al lavoro, a quello che deve fare dopo, pensa a come risolvere i
problemi ecc. Posso dirvi: state sereni, di certo così non aiutate a migliorare
il vostro corpo anzi lo ammalate. Quello che mi hanno insegnato è riuscire a
staccare la mente dal corpo della persona, a farla rilassare, a creare massaggi
che riescano a staccare un po’ la spina dai problemi che sono sempre in
agguato. A partire dal lavoro. E chi è che non si stressa?
Un’altra
passione che mi è entrata maggiormente è la scrittura. Infatti è più o meno a
quella che mi dedicherò in questo blog.
Non
scrivo da sempre, ma solo da due anni a questa parte. Ho iniziato quando ho
terminato le superiori e ho scoperto che l’adoro. Ho buttato giù un manoscritto
che ancora sto correggendo, ma spero un giorno di riuscire ad inviarlo a
qualche editore.
Vi
sembrerà strano, o forse no, ma a me la scuola non mi è mai andata a genio.
Ogni giorno era uno sbuffare per studiare, per fare i compiti e anche per
alzarsi alle sette di mattina per andare a scuola. Ma tuttavia fin da piccola
mi sono sempre ritrovata con in mano un libro da leggere. Arrivata alle medie,
però, chi ce l’aveva il tempo di leggere? Ho abbandonato tutto dedicandomi alla
scuola. Devo ammetterlo la voglia di studiare era davvero poca -molti
sicuramente la penseranno come me- quindi non avevo grandi voti, ma sono sempre
stata brava in italiano e me la cavavo bene nei temi. Invece la materia che
odiavo e che tutt’ora odio è ciò che circonda la nostra vita la maggior parte
del tempo… la matematica. Io davvero non la sopporto, tutti quei numeri,
calcoli, soluzioni. Solo a pensarci mi gira la testa!
Insomma
ecco un po’ ciò che sono e di quello che parlerò in questi giorni.
Un
caloroso saluto e al prossimo aggiornamento.
By
Damhìa=)
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