lunedì 23 dicembre 2013

Un Giorno Diverso

La sveglia trillò e saltai giù dal letto come una molla. Contenta di alzarmi presto scossi mio marito che, mugugnando, aprì gli occhi e sorrise come solo lui sa fare.
«Alzati! Dobbiamo uscire mentre i bambini dormono ancora.»
Questo era il giorno che preferivo dell'anno in assoluto e volevo che i miei figli provassero la stessa sensazione di gioia e speranza di quando ero bambina io.
«Forza dormiglione!» lo spintonai giù dal letto.
«Va bene, va bene» alzò le mani in segno di resa.
Mi preparai in fretta e furia e scesi in soggiorno dove mio marito stava aspettandomi da alcuni minuti. Indossai sciarpa, cappello, guanti e cappotto e uscimmo di casa nel momento in cui mia madre arrivò per stare con i bambini.
Venimmo accolti dalla soffice e bianca neve che circondava e copriva la città. Le decorazioni abbellivano i palazzi, i negozi e gli angoli della città con i loro colori vivaci. Arrivammo al negozio ed entrammo alla ricerca dei regali.
Tornati a casa la piccola ricciolina bionda dalla pelle candida e vellutata mi saltò in braccio sorridente. Diedi un bacio su quelle guanciotte piene e rosee e quando la scesi a terra feci lo stesso con il piccolo Luca. «Mamma, mamma! Perché non ci sono i regali?» chiese Sofia.
«Vieni, devi sapere che Babbo Natale porta i doni solamente nella notte della vigilia.»
«E come fa a portarli a tutti i bambini del mondo?» domandò Luca. La nonna si avvicinò, prese i due bambini per mano e li portò sul divano accanto al camino acceso, che emanava un po' di tepore, e iniziò a raccontare la storia.
«Dovete sapere che Babbo Natale ha un segreto.»
«E qual è?» chiesero in coro scuotendo le graziose testoline bionde.
«Non si separa mai dalle sue amiche renne. Sono loro che portano Babbo Natale nelle case di tutti i bambini, con la loro magia riescono ad essere così veloci da fare tutto in una notte. Senza dimenticarne nemmeno uno.»
Calata sera ci preparammo tutti per andare a messa, ad aspettare una magia ancor più grande del Natale, la nascita del Bambino Gesù: la speranza dell'essere umano.
Arrivati a casa i bambini non volevano andare a dormire.
«Vogliamo vedere Babbo Natale!»
«E' impossibile vederlo» rispose il padre. «E' così veloce che non fareste in tempo a battere le ciglia» sorrise e prese Luca in braccio e io feci lo stesso con Sofia. Li portammo al piano di sopra facendogli il solletico mentre si piegavano dalle risate. Sdraiati a letto gli rimboccammo le coperte e con un bacio si addormentarono profondamente.

«Mamma, Papà! Svegliatevi» saltarono sul letto.
«E' venuto! E' venuto» urlò Luca.
«Alzatevi» ci tirarono giù da letto e ci trascinarono fino in soggiorno dove padroneggiava, in un angolo, un grosso albero luminoso sotto cui vi erano posti i regali.
«Guardate! Guardate! Avevate ragione» urlarono.
«Oh, ma è bellissimo» sorrise il padre.
«Su, che aspettate? Andate a vedere se ci sono i vostri nomi» li spronai.
Corsero verso i pacchi e appena trovarono i loro bigliettini strapparono la carta con il sorriso sulle labbra e la gioia dentro agli occhi che a vederli riscaldavano il cuore.
La giornata passò con la compagnia dell'intera famiglia tra mangiate, scherzi, giochi e risate. E in quell'attimo vi era un senso di pace e tranquillità.
Terminammo la serata nell'unica maniera che conoscevamo: seduti intorno al camino con la chitarra in mano, una bella tazza fumante di cioccolata, biscotti allo zenzero e canti natalizi.
Perché Natale è il giorno che ti dà l'opportunità per ritrovare il tuo essere bambino e acquistare la fiducia per continuare ad andare avanti.
Buone Feste.

So per certo che quest'anno non è uno dei migliori in assoluto, ma non dimentichiamo mai le piccole cose che ci dà la vita. E questo giorno, rispetto ad altri, è quello che ci dà l'opportunità di stare insieme alla propria famiglia e alle persone a cui si vuole bene.
Vi Auguro quindi Buon Natale e incrociamo le dita per un 2014 Migliore!
Un Caloroso Abbraccio
by Damhìa=)

 ps. Ieri notte alle 3:00 mi è venuta l'idea di questo mini mini racconto e l'ho voluto scrivere^^. Spero vi sia piaciuto.

domenica 17 novembre 2013

CIAK... SI GIRA!


Eccomi!!

Vi sono mancata?

Oggi voglio parlarvi di come sviluppo un libro quando scrivo.

Ognuno di noi ha un suo stile e diversi modi di raccontare la propria storia. C’è la terza persona, narratore esterno o interno, oppure attraverso gli occhi del protagonista (prima persona). Ma, come riuscire a far percepire ciò che noi vediamo? Questo è il vero punto di domanda. Come?

A me piace scrivere come se stessi girando un film. Vedo attraverso la mia mente come potrebbe venire una determinata scena se la scrivessi in un modo o in un altro, e l’effetto che ne produce. Giustamente ognuno di noi ha la sua tecnica a portata di mano.   

Scrivo pensando a tante telecamere messe nelle angolazioni e nei posti giusti (che andrebbe bene per chi scrive alla terza persona), alle ombre e le luci che si vanno a creare, a come far vedere il paesaggio che circonda la storia, ecc.

Vi parlo dei film perché di certo non è facile rendere una scena ottima senza un duro lavoro dietro. Io adoro i film e rimango affascinata dal modo con il quale riescono ad ottenere una scena particolare, a come creano la giusta suspense, al modo in cui riescono a farti entrare dentro alla storia, oppure a quel sottofondo che ti crea l’atmosfera. Ecco, di certo un libro è sempre un libro, ma immaginate di poter trasmettere tutto questo attraverso la scrittura. Sarebbe fantastico, no?

Il primo libro che ho scritto ho deciso di farlo in prima persona, sembra facile ma in realtà potrebbe annoiare facilmente se non si creano questi giochi di prospettiva anche attraverso gli occhi del personaggio. Adesso invece sto provando a scrivere con la terza persona e attraverso i diversi punti di vista dei personaggi che ho creato. Spero di riuscirci bene, perché è una cosa nuova per me. Ma mi piacciono le sfide. Bisogna crearsi anche da soli le difficoltà altrimenti penso che non si possa migliorare mai.
Alla prossima,
Kiss kiss
By Damhìa=)

Ps. E ora che ci penso anche nelle fotografie vi è lo stesso discorso. Se un fotografo non sa cogliere il momento giusto, la luce giusta, la direzione e la prospettiva esatta la foto non verrebbe mai come noi vorremmo. O almeno abbiamo scattato una foto che però non provoca quell’emozione che potrebbe in realtà suscitare.
Ma come si dice sempre: Roma non l’hanno costruita in un giorno. Ci vuole tanta pazienza e voglia di fare. Sbagliando si impara no? La prima volta potrai fare una foto orribile, la seconda va già meglio, ma alla terza avrai la tua foto perfetta! Ci vuole tanto, tanto allenamento. Questo è sicuro.
E con questo vi lascio=)

mercoledì 18 settembre 2013

...I SOGNI...


Abbiamo due tipi di sogno: quelli che teniamo dentro al cassetto nella speranza che un giorno si possa aprire e quelli che invece nascono nella nostra mente durante il sonno.

Ed è di quest'ultimo che voglio parlare. Ciò che sogniamo di solito ci sembra senza senso. I sogni possono essere assurdi e senza logica. In altri casi, invece, ci rendiamo conto che ciò che abbiamo sognato è la nostra paura più grande, i nostri desideri o i nostri sentimenti più nascosti.

Il nostro inconscio elabora ciò che in realtà noi cerchiamo sempre di pensare il meno possibile o almeno vogliamo evitare. Ma quando dormiamo siamo, diciamocelo, costretti ad aprire gli occhi alla realtà. Quante volte a voi è capitato di fare un sogno, di svegliarvi la mattina e cercarne il significato?  E poi, magari, leggendo vi rendete conto che è davvero ciò che provate, ma non ve ne siete mai resi conto?

A me è capitato di sognare qualcosa e poi rimuginare a quanto visto rendendomi conto della realtà dei fatti.

Vi parlo dei sogni perché molti possono essere inerenti ai vostri sentimenti, molti altri invece sono un’elaborazione del vostro cervello che sviluppa situazioni che neanche pensavate di riuscire ad immaginare. Ed è lì che entrate in gioco voi.

Una volta ho letto di una persona che per scrivere si allenava a mettere su carta quanto ricordava dei sogni. Direi che è un'ottima partenza di scrittura, quella di scrivere ciò che ricordate dei vostri sogni.

Come fare vi starete chiedendo. È semplice, quando andate a dormire mettete accanto a voi, sul vostro comodino, sempre un taccuino e una penna. Il sogno a volte può essere sfuggente, quindi quando vi svegliate anche nel bel mezzo della notte e avete sognato qualcosa non lasciatelo fuggire, incatenatelo sul vostro foglio. Questo è un lavoro facilissimo per chi riesce a mantenere i sogni vivi nella mente dopo aver aperto gli occhi, ma invece per chi come me i sogni se li scorda subito dopo essersi svegliata oppure pensa di non aver proprio sognato, non resta che scrivere di sogni passati rimasti nella mente. Io ho fatto così!^v^
Saluti.
By Damhìa=)

domenica 11 agosto 2013

Archetipi Narrativi

Chiedo umilmente perdono per aver aggiornato solo adesso, ma purtroppo non ho avuto un attimo di tempo per scrivere. Ma questo tempo non è sprecato, anzi ho avuto il tempo per riflettere su quale argomento trattare, questa volta, grazie anche ai suggerimenti della mia amica^^.

La parola archetipo deriva dal greco antico ρχέτυπος col significato di immagine: arché ("originale"), tipos ("modello", "marchio", "esemplare").

Per l'appunto un modello che per molti anni si è sempre usato in letteratura e non solo. Ognuno di noi ha sempre preso spunto da un qualche modello per creare la propria storia e renderla, in parte originale. Perché ammettiamolo, per quanto si possa essere originali, alla fine la maggior parte dei libri, film, ecc. esistenti sono una rivisitazione di ciò che si è letto e visto. Ma questa è tutta un'altra storia.

Quindi ogni scritto si struttura su degli schemi narrativi di base che aiutano a strutturare i personaggi e di conseguenza anche la storia.

Voglio evidenziare l'importanza dei personaggi perché sono loro che mandano avanti l'azione del racconto, che svolgono i diversi ruoli o situazioni ecc. Senza personaggi, la storia non reggerebbe.

Abbiamo dunque diversi ruoli che sono:

- il Protagonista o Eroe: che è colui che si trova al centro dell'azione che sia un personaggio attivo/passivo o vittima delle circostanze;

-l'Antagonista o Ombra: che di solito è sempre il cattivo della situazione e come di giusto tenta di impedire l'azione del protagonista;

-l'Oggetto: cioè qualcuno o qualcosa che si teme o che si desidera e che mette in moto l'azione della storia;

-l'Aiutante: che è colui che si "schiera" e "aiuta" il protagonista a raggiungere lo scopo. Ma a volte l'aiutante potrebbe fare il doppio gioco e in realtà fare solo finta di collaborare, mentre opera alle spalle del protagonista. (Alla faccia dell'aiutante eh! Fidarsi è bene, ma non fidarsi...); 

-l'Avversario: che è colui che tenta in tutti i modi di non far raggiungere il percorso al protagonista creando difficoltà e ostacoli;

Inoltre possiamo trovare

-Il Mentore: lo possiamo definire il Grillo parlante dell’Eroe; colui che ha funzione paterna o materna se è una donna e che guida l’Eroe verso nuove consapevolezze;

-Il Guardiano della Soglia: che può essere rappresentato in diversi modi, tra cui persone o indovinelli da svolgere, facendo sì che l’Eroe si evolva interiormente;

-Il Mutaforma: è colui che passa da un archetipo ad un altro. Nel senso che è un personaggio che cambia e finge di essere qualcosa che non è e poi magari ritorna ad essere normale o cambia nuovamente. Il Mutaforma può essere ad esempio un Mentore che diventa Ombra.

Come si può notare in una storia, che sia fantasy, romantico, giallo ecc., ci sarà sempre il bene e il male, il buono e il cattivo, chi ti aiuta o chi ti dà la zappa sui piedi. Ad ogni personaggio dunque bisogna attribuire un lato psicologico, sociale, ideologico che lo caratterizzi e lo identifichi nel suo ambito.

Spero come sempre di essere stata d'aiuto e cercherò di aggiornare il prima possibile.

Kiss kiss
By Damhia=)

lunedì 1 luglio 2013

Personaggi


Rieccomi ad aggiornare il mio blog. Vi chiedo scusa se in questi giorni non ho messo niente.

Bene, oggi vi voglio parlare un po’ dei personaggi e cosa faccio per inventarli.

Dunque, dopo aver steso la trama quello che mi aiuta molto è creare una scheda per ogni singolo personaggio in modo da tenere sempre a mente e anche scritto ciò che ho stabilito fin dall’inizio.

Nella scheda ci sarà:

-Nome e cognome del personaggio

- Le caratteristiche come l’aspetto fisico, carattere, altezza, colore degli occhi, capelli, data di nascita, luogo in cui vive(se necessario), hobby, passioni, amicizie ecc. ecc.

Stilando questa scheda potete essere sicuri che il vostro personaggio dal primo capitolo all’ultimo avrà sempre le stesse caratteristiche.

A volte capita che iniziando a scrivere di getto e senza uno schema ben costruito, col tempo, capitolo dopo capitolo, si faranno dei cambiamenti sul modo di fare e di essere del personaggio, magari senza accorgersene, così facendo il lettore non riuscirà a capire com’è realmente quella persona.

Per questo bisogna avere uno schema, per poter dare vita fin dalla prima pagina al personaggio e farlo crescere gradualmente, insieme a noi.

Lo scrittore deve lavorare molto sul personaggio. Prima di iniziare a scrivere, bisogna avere le idee chiare.

Un autore non si può perdere nel suo mondo o con i suoi personaggi perché è lui che l’inventa, è lui che dà vita dal singolo fiore fino all’ultima goccia d’acqua.

Perciò il mio consiglio è, abbiate pazienza e cercate di scrivere gli schemi a vostro piacimento in modo che possano aiutarvi nella creazione del vostro racconto.

Sicuramente vi starete chiedendo: ma quando si comincia a scrivere veramente? Bisogna aspettare prima di iniziare a scrivere un racconto. Se non si hanno degli schemi ben stabiliti sarà difficile iniziare una storia, figuriamoci terminarla. Bisogna avere pazienza, tanta pazienza!=D
Un Beso
Damhìa=)

sabato 22 giugno 2013

In fondo e Infondo


Leggendo varie storie su internet mi sono accorta che sono tante le persone che compiono errori, ma se si vuole migliorare bisogna almeno conoscere bene le parole che si utilizzano nel parlare o nello scrivere.

Io, certo, sono la prima a fare degli errori, non conosco tutte le parole italiane che abbiamo… e lasciatemi dire che ne abbiamo davvero una quantità industriale, ma ogni parola ha diverso significato, anche se a volte simile.

Possiamo prendere come esempio tantissime parole uguali, ma con significato diverso.

Inizio con la parola “ ancora”

-Ancora una volta mi hai disobbedito!

-Tu sei la mia àncora di salvezza.

Insomma come potete vedere sembrano uguali, ma un accento al posto giusto o sbagliato può fare la differenza.

Possiamo passare anche ad un’altra parola, ad esempio “principi”

-I prìncipi di casa Savoia; I prìncipi ereditari, ecc.

-I princìpi della Democrazia; Avere i propri princìpi, ecc.

Vedete come cambia il significato?

Adesso però voglio parlare dell’errore che più comunemente ho visto, ed è la parola infondo usata molto spesso erroneamente per parlare di qualcosa che sta nel profondo o nel fondo.

Vi faccio degli esempi di “in fondo”

-Credo di aver visto qualcosa in fondo a quel tunnel, tu no?

-Adesso devo andare in fondo a questa faccenda!

-In fondo al mio cuore so che è questa la verità.

Adesso vi faccio alcuni esempi che riportano la parola "infondo" che deriva dal verbo infondere che significa trasmette, suscitare un sentimento a qualcuno.

-Io ti infondo la mia saggezza, prendine atto.

-In vista degli esami ti infondo un po’ di coraggio!

Come potete vedere sono due parole distinte e separate l’una con l’altra. Non hanno stesso significato e una è scritta staccata e l’altra no.

Purtroppo noto con dispiacere che a volte qualcuno che magari è bravo a scrivere poi incorre in un errore del genere e quella singola parola sbagliata, ripetuta più volte, mi fa capire che il nostro italiano pian piano si sta disfacendo.

Per carità anche io sbaglio, errare è umano, ma cerco in tutti i modi di tenere salda la lingua italiana, per quanto la conosco. La nostra lingua è forse una delle più difficili da parlare e scrivere, ma è proprio per questo che dobbiamo tenerla stretta a noi. Come dicono sempre tutti: il futuro sarà dei giovani, ma se non sappiamo parlare o scrivere un italiano corretto, non dico perfetto ma corretto, che futuro avremo mai? L’italiano va custodito, non dico che dovremmo studiare l’intero dizionario a memoria, ma almeno aprire le pagine e leggere quella parola che magari non ricordiamo come si scrive o cosa significa, bisogna farlo.

Quando scrivo ho sempre al lato un dizionario d’italiano e uno dei sinonimi e contrari per aiutarmi a scrivere e cercare di non ripetermi e questo non sapete quanto aiuta a facilitare la scrittura.

Leggete, leggete, leggete, è il modo migliore per non sbagliare.

Non pensate però che siano solo i ragazzi come quelli della mia età o più giovani che sbagliano. Ci stanno anche quelli famosi e ai "piani alti". L’ignoranza purtroppo regna sovrana ovunque. Anch’io mi sento ignorante, non conosco tutto e c’è molto da imparare.

Un’altra cosa che mi dà fastidio invece è quando anche nei telegiornali cambiano l’accento di una città. Per quale motivo poi? Se è da una vita che viene chiamata in un modo perché lo si cambia?
E con questo termino qui.
Baci
Damhìa=)

venerdì 7 giugno 2013

Il lucchetto della mente


Leggendo il post di Daniele Imperi http://pennablu.it/via-scrittura/ mi è venuta l’idea per scrivere sul lucchetto che molti mettono alla loro scrittura.

Vi capita mai a volte di leggere un libro e rendervi conto che non scaturisce alcuna emozione? Che è piatto? A me è capitato di leggere qualcosa del genere.

Quello che ho imparato scrivendo, ma soprattutto leggendo è che le emozioni dello scrittore se non sono sincere, o se si mette un freno solo per la paura del giudizio dei lettori, il suo lavoro appare incompleto, come se mancasse qualcosa per renderlo unico, speciale.
 
Quando si scrive bisogna essere spontanei, liberi dai pregiudizi, bisogna far uscire i propri sentimenti e scriverli in bianco e nero su carta, perché quando si legge un libro è come se si stesse leggendo lo scrittore stesso, si percepiscono le sue emozioni, i suoi dolori, la sua rabbia. Scriviamo ciò che noi siamo, ecco come la penso.

Se scrivo ma sono annoiata e non mi va di farlo, di certo leggendo si noterà che non avevo molta voglia. Qualcosa cambia, si scrive poco, viene scritto male e soprattutto senza entusiasmo.
Una volta ho scritto un capitolo solo perché mi andava di terminarlo e quando l’ho stampato per farlo leggere a mia sorella mi ha detto: si vede che lo hai scritto senza voglia, fa schifo!
Leggendolo mi sono detta che aveva ragione, faceva proprio pena.
Se sei triste e depressa, scriverai negativamente, vedrai tutto nero e niente bianco e tutti i personaggi saranno un ammasso di depressi! E se sei arrabbiato? Vi immaginate un libro del genere dove emerge solo la rabbia?

Con questo non voglio dire che non dovete scrivere quando provate queste sensazioni, escluso quando non si ha voglia, ma dovete cercare di metterle tutte insieme e rendere il vostro scritto personale ed equilibrato, tranne che il caso non richieda diversamente. Certo se un romanzo è stato predisposto per avere un determinato sentimento prevarrà rispetto agli altri, ma sempre su quel personaggio che vi siete stabiliti, perché ricordatevi che non possono pensarla sempre tutti allo stesso modo.

Parto anche parlando del disegno perché anche i disegni trasmettono qualcosa. Quante volte notiamo un dipinto e cominciamo ad analizzarlo in tutte le sue sfaccettature? Anche qui si può notare i sentimenti che il pittore in quel momento ha fatto scaturire. Un pittore triste, depresso creerà un quadro i cui colori saranno spenti. Proprio di una persona triste.

Un pittore allegro troverà nei suoi sentimenti colori vivaci, luminosi, vivi… allegri appunto. Oppure un pittore arrabbiato dipingerà linee veloci, irregolari e premerà marcando con forza sulla tela che si ritrova davanti.
 
Questo per dirvi che ogni sentimento ha le sue parole e chi le legge le percepisce proprio come quel dipinto che scrutate e analizzate in ogni piccolo dettaglio.

Perciò quando scrivete fate uscire i vostri sentimenti, uniteli, plasmateli come fosse creta. Non chiudeteli a chiave dentro un cassetto, ma fate in modo che sia il vostro punto forte. Non vergognatevi e scrivete quello che più vi piace, facendo uscire voi stessi.  ;-)
Baci Baci,
by Damhìa=)

lunedì 3 giugno 2013

Date sfogo alla fantasia


Molti vedono il fantasy solo come un genere per ragazzi, ma io non la penso così. Una storia fantasy è qualcosa di magico che riesce a donare al lettore quasi una nuova vita.

Ci si ritrova all’interno di un mondo diverso da quello reale, con leggi nuove, vite nuove, paesaggi diversi dall’ordinario. Chi non vorrebbe vivere nel proprio mondo fantastico?

Non penso che sia adatto solo alla fascia dei ragazzi, ma anche a quella degli adulti. Leggere o scrivere un fantasy è come guardare un film su questo genere.

Mettiamo per esempio Avatar di J. Cameron, voi lo definireste solo un film per ragazzi? Dentro un fantasy come Avatar possiamo trovarci la morale della storia, leggi e modi di vivere completamente diversi dai nostri (anche se gli umani ci sono e come al solito qualsiasi cosa toccano distruggono), un mondo creato così bene da poter sembrare reale. Così coinvolgente che sembra di viverla in prima persona.

Ecco, un fantasy può sembrare una bella storia, ma allo stesso tempo donare delle perle di saggezza in un modo diverso dal solito romanzo.

Non dico che gli altri non sono da meno, ma penso che il fantasy debba venire  preso un po’ più in considerazione. Non pensiamo al fantasy solo come storie soprannaturali che parlano esclusivamente di vampiri, zombie ecc. ,che sono belle storie (anche io ne leggo molti di questo genere e ho anche provato a scriverne una che ho voluto pubblicare in un sito), ma non c’è solo il soprannaturale!

E poi qualcosa che mai nessuno vi potrà criticare è di dare sfogo alla vostra fantasia. Vi piace il fantasy? Scrivete storie di fantasia? Nessuno potrà mai dirvi che non va bene… è tutto inventato!

Nessuno può dirvi che così non si fa, che le regole sono diverse ecc. ecc.
Siete voi che dettate legge.

Se volete un mondo piatto, un mondo piatto avrete. Se volete che le persone abbiano due teste e quattro piedi, così sarà. Non c’è nessuno che può decidere per voi.

E’ fantasia e ognuno ci mette ciò che più desidera. I pinguini voleranno e gli uccelli magari no! Siete voi a deciderlo. E’ il vostro mondo.

Questo è ciò che penso quando parlo di fantasia.

Ma… c’è sempre un ma. Niente di tragico però. Anche la fantasia ha bisogno, secondo me, di alcune regole per essere completa e rendere il vostro mondo fantastico, ancora più fantastico.^-^

Ed ecco quali:

Il primo consiglio che vi do è di definire in quale periodo fantasy si stabilirà la vostra storia.

Deciso questo, ecco gli altri punti:

-          Sarà un mondo dove vi è la magia? Se sì, pensate a come un mago possa utilizzarla. Che incantesimi ci saranno? Bisogna pronunciare delle parole magiche affinché funzioni? Creare dei simboli? Bisogna avere una bacchetta magica? O un semplice gesto delle dita basta? Ci saranno dei sacrifici per utilizzare la magia? C’è solo la magia bianca o anche quella nera? O altri tipi di magia? Incantesimi proibiti? Ci saranno dei riti per diventare maghi? O lo si è già dalla nascita?

-          Il vostro mondo da chi sarà governato? Da una Monarchia? Una Democrazia? Quanti Continenti ci sono? Nazioni? Quali sono e con chi confinano? Che rapporti hanno? Ci sono dei conflitti o vanno tutti d’amore e d’accordo? Che usanze hanno? La Fauna e la Flora? Che tipo di Clima abbiamo? Caldo? Temperato? Freddo? Umido? Asciutto?

Fatto questo andate più nel dettaglio:

-          Quali razze popolano il vostro mondo? Come vivono? Di cosa si nutrono? Ci sono dei conflitti razziali? Hanno credi religiosi?

-          Il Commercio del vostro mondo com’è sviluppato? Come si spostano da un paese a un altro?

Come avete potuto notare sono tante le domande che mi pongo per creare al meglio un “Mondo Nuovo”.

Quindi prendere carta e penna e iniziate a realizzare il vostro mondo fantastico. ;-D

Baci Damhìa=)

Ps: E voi cosa ne pensate del Fantasy?
Pps. Per chi volesse leggere la mia storia e dire cosa ne pensa:  http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=235225

mercoledì 22 maggio 2013

La Trama


Ciao a tutti,

l’ultima volta vi ho parlato delle 5 domande per poter dare una base al libro. Oggi, invece, vi voglio parlare della trama.

La trama, riassunto o sintesi, come volete chiamarla, serve a stabilire i contenuti che vi saranno all’interno della storia del libro.

E’ utile per suddividere la storia in più parti e serve come punto di partenza in quanto lì andrete  a scrivere i punti più salienti della storia che state creando, allo stesso tempo vi aiuterà a stabilire cosa ci sarà all’interno del libro e ad avere una visione più chiara di quello che andrete a scrivere.

La trama scritta all’inizio può sempre cambiare, ma quando si comincia a scrivere è normale che quello che hai pensato poi viene sviluppato ed arricchito. Infatti serve solo come linea guida.

La trama conterrà l’inizio, lo svolgimento e la fine (che poi in realtà in una trama la fine si omette, ma questo quando dovrebbe fare da quarta di copertina e per il momento a noi non interessa) della storia e sarà l'Anteprima Libro, mettiamola così.=)

Inoltre vi aiuterà a semplificare la vita per la Sinossi che al termine della vostra storia andrete a scrivere, se volete pubblicare con un Editore. Perché gli Editori prima di leggervi il libro vi chiederanno una Sinossi che non sia più lunga di una pagina, ma che riassumi in modo impeccabile tutta la storia, con tanto di finale.

Quindi create la vostra trama e arricchitela, senza esagerare! =P

Come sempre, al prossimo aggiornamento.
Baci Baci,
Damhìa=)

 Ps. Vi ho confuso più di prima non è vero? XD

In pochissime parole la Trama equivale al Trailer di un film. Vi fanno vedere le scene più avvincenti, ma poi si fermano sul più bello invogliando la gente ad andare a vederlo.

La Sinossi, invece, deve riassumere a grandi linee il contenuto del libro senza tralasciare niente, perciò nessun effetto sorpresa o spoiler. Dovete scrivere tutto (in una pagina però!), perché ricordatevi che dovete mandarlo ad un Editore, quindi dovete invogliarlo a leggere il libro per intero e dovete fargli capire che vale la pena pubblicarlo.

Spero di non aver incasinato le vostre teste!

mercoledì 15 maggio 2013

Le Fondamenta...

Ma salve a tutti=),

CHI? COSA? QUANDO? DOVE? PERCHE’?

Lo so, lo so. Vi state domandando se sono fusa o meno 0.0?. No, ancora ce ne vuole di tempo per fondere. (ci sono quasi vicina)

Le domande lì sopra menzionate, sono le 5 famose, anzi famosissime domande che ti inculcano da bambini per imparare a studiare Storia. E chi è che non le ha mai sentite pronunciare?

Bene, pensavo che queste domande fossero inutili. Ho sempre seguito il libro di storia studiando le cose più importanti, ma senza seguire opportunamente le domande. Invece da quando mi sono messa a scrivere, ecco che le domande mi tornano alla mente senza averle pensate. E sono utili, davvero.

Quando vuoi iniziare a scrivere un libro devi avere una base su cui piantare le fondamenta, altrimenti la storia non si regge da sola. Ed ecco a voi da dove iniziare.

Chi? Da questa domanda potete capire se nel vostro libro c’è un solo protagonista o più di uno.
Cosa? Potrebbe essere qualsiasi cosa. Magari un oggetto che il protagonista sta cercando.
Quando? Questa domanda potrebbe esservi utile a stabilire dove volete svolgere la vostra storia. Futuro? Passato? Presente? Sta a voi decidere. E poi se è un mondo di fantasia, ancora meglio.
Dove? Vi può aiutare a scegliere il luogo in cui inizia o termina la storia oppure dove si svolge per tutto il tempo.
Perché? Questa domanda la reputo la più importante di tutte. Se all’interno della storia non sapete il perché di quello che sta accadendo, il perché si sta cercando quell’oggetto, allora non riuscirete a scrivere bene e il lettore non capirebbe niente.
Vi faccio un esempio sul momento.

Chi? Uno stregone.
Cosa? Sta cercando un antico libro di arti magiche. (Quindi, magari affronterà un viaggio. Complichiamogli la vita a questo povero uomo.)
Quando? Facciamo che si trova nel Medioevo.
Dove? In un villaggio dove accadono strane cose. Straaniiissime coooose!!
Perché? L’antico libro di arti magiche contiene formule potentissime in grado di aiutare le persone del villaggio a liberarsi degli strani avvenimenti che incombono sulle persone, il raccolto, la terra ecc. ecc.

Beh sì, insomma, in quattro e quattr’ otto l’unica idea che mi è venuta in mente è questa. Perdonatemi^.^’

Il bello di queste domande è che le potete usare per qualsiasi cosa. Anche per studiare!! E non solo per chi scrive, ma anche per chi disegna può utilizzarle per capire al meglio quale sarà la storia del suo fumetto.

Bene, anche per oggi termino qui.

Spero di essere stata utile e fatemi sapere se le domande vi hanno aiutato a semplificare la vita=)
E se posso aiutarvi, per quanto ne so, tenterò.
Al prossimo aggiornamento,

Kiss Damhìa=)

Ps. Con questa storiella quattro e quattr’otto mi si è accesa la lampadina. Anche a voi? Ehi, non copiate, c’è il copyright! Ma quanto sono cattiva >:] No scherzo. Se vi è arrivata l’illuminazione divina, ben venga. Sarò contenta per voi. Quindi in bocca allo squalo (ehi, non possiamo far crepare sempre il lupo! Di squali ne abbiamo in abbondanza!)
Kiss kiss=*

venerdì 10 maggio 2013

Scrivere...che Passione

Ciao a tutti,

inizio col dirvi che scrivere è passione. Senza non si può scrivere, deve piacere, deve anche rilassarti perché no. Io quando scrivo mi concentro sulla storia e basta, non c’è altro nei miei pensieri.
Quando scrivo sono totalmente immersa nelle parole, sono all’interno di un nuovo mondo, vivo attraverso i personaggi e la storia che creo, e in quelle che possono essere minuti oppure ore il mondo reale non esiste.

Scrivere non vi piace? Non c’è problema, non tutti abbiamo le stesse passioni. C’è a chi piace disegnare, me in primis, e anche lì sei concentrato nella tua arte. Non c’è niente oltre a quel disegno, solo tu e il foglio che sta prendendo vita tratto dopo tratto. E quando quel disegno sarà finito, ti sentirai soddisfatto, magari gli altri non ti capiranno o ad altri non piacerà, ma non importa perché quella è la tua creatura e ne sei orgogliosa.

Conosco un’amica che va in una scuola di fumetti e quando torna a casa e lì nella sua stanza che disegna per otto ore per cercare di migliorarsi, per poter un giorno esprimere ciò che prova attraverso il fumetto, di mettere i suoi ideali su carta. Ditemi se questa non si chiama passione!

Non vi piace scrivere e nemmeno disegnare? C’è la musica. La musica ci invade, sono tante le persone che suonano, che cantano, che ascoltano. Sentire le note che escono da un pianoforte, da una chitarra, un basso, una batteria, un violino e chi ne a più ne metta se c’è passione la senti, così come ballare.

Vi dirò che tutto quello che vi ho citato mi piace, ad esempio mi sarebbe piaciuto tantissimo fare una scuola di ballo, ma non l'ho mai fatta.
La musica: da piccola mi sono fatta comprare una pianola e alle medie ci hanno insegnato a leggere le note e io stavo a casa ad imparare un testo, magari anche quello di natale, ma mi piaceva e lo facevo con voglia, ma poi finite le medie è finita anche la musica quindi già da questo si capisce che non è passione vera e propria.
Tutto questo per dirvi che per fare qualcosa al meglio c’è bisogno di Passione..e anche tanta voglia di fare.. qualunque cosa essa sia.

Come vi ho detto all’inizio, scrivo da poco, ma scrivo ovunque: in macchina, quando sono in giro, a casa, sulla nave, in aereo.
Ho sempre con me un taccuino dove segno le mie idee, e se non avete il taccuino, ormai con le nuove tecnologie dei cellulari avete word incorporato. Scrivo anche lì a volte, quando è possibile. Certo non mi metto con il cellulare in mano quando sto in aereo!

Quindi trovate la vostra passione e dedicategli una parte del vostro tempo. Io la mia l’ho trovata.

Spero di non essere stata noiosa.
A presto.

Beso Damhìa=)

lunedì 6 maggio 2013

Mi presento...



E’ la prima volta che apro un blog e non sono una vera esperta, ma inizio col parlarvi un po’ di me.

Ho diverse passioni che camminano insieme a me fin da piccola.

Mi piace molto disegnare, infatti la prima cosa che ho imparato da piccola era copiare le copertine dei fumetti di Topolino. Con loro ho passato la maggior parte della mia infanzia, e quando ho iniziato a leggere e scrivere non ho potuto fare a meno di leggerli e terminarli. Sul disegno non ho mai fatto un corso per fumettisti, ma mi sarebbe piaciuto. Disegno ancora, ogni tanto, ma non sono bravissima e a volte mi ritrovo a gettare nel cestino quello che faccio. A volte mi domando come mai non riesco a mettere ciò che ho nella mente fuori. Insomma, nella mia testa vedo un’immagine, ma la mia mano fa l’opposto di quello che volevo. Snervante, ma non perdo le speranze.

Mi piace molto l’arte del massaggio. Ho fatto un corso e ne sono rimasta affascinata più di quando già non lo ero. Riuscire ad usare il proprio corpo, la propria energia per dare benessere ad una persona è gratificante. Mi occupo soprattutto dello stress psico-fisico. Ci sono molte persone che sono stressate e non se ne rendono conto, soprattutto non hanno idea di quanti problemi causa lo stress.

Una persona stressata è nettamente nervosa, non sa staccare la sua mente, pensa in continuazione al lavoro, a quello che deve fare dopo, pensa a come risolvere i problemi ecc. Posso dirvi: state sereni, di certo così non aiutate a migliorare il vostro corpo anzi lo ammalate. Quello che mi hanno insegnato è riuscire a staccare la mente dal corpo della persona, a farla rilassare, a creare massaggi che riescano a staccare un po’ la spina dai problemi che sono sempre in agguato. A partire dal lavoro. E chi è che non si stressa?

Un’altra passione che mi è entrata maggiormente è la scrittura. Infatti è più o meno a quella che mi dedicherò in questo blog.

Non scrivo da sempre, ma solo da due anni a questa parte. Ho iniziato quando ho terminato le superiori e ho scoperto che l’adoro. Ho buttato giù un manoscritto che ancora sto correggendo, ma spero un giorno di riuscire ad inviarlo a qualche editore.

Vi sembrerà strano, o forse no, ma a me la scuola non mi è mai andata a genio. Ogni giorno era uno sbuffare per studiare, per fare i compiti e anche per alzarsi alle sette di mattina per andare a scuola. Ma tuttavia fin da piccola mi sono sempre ritrovata con in mano un libro da leggere. Arrivata alle medie, però, chi ce l’aveva il tempo di leggere? Ho abbandonato tutto dedicandomi alla scuola. Devo ammetterlo la voglia di studiare era davvero poca -molti sicuramente la penseranno come me- quindi non avevo grandi voti, ma sono sempre stata brava in italiano e me la cavavo bene nei temi. Invece la materia che odiavo e che tutt’ora odio è ciò che circonda la nostra vita la maggior parte del tempo… la matematica. Io davvero non la sopporto, tutti quei numeri, calcoli, soluzioni. Solo a pensarci mi gira la testa!

Insomma ecco un po’ ciò che sono e di quello che parlerò in questi giorni.

Un caloroso saluto e al prossimo aggiornamento.

By Damhìa=)