venerdì 7 giugno 2013

Il lucchetto della mente


Leggendo il post di Daniele Imperi http://pennablu.it/via-scrittura/ mi è venuta l’idea per scrivere sul lucchetto che molti mettono alla loro scrittura.

Vi capita mai a volte di leggere un libro e rendervi conto che non scaturisce alcuna emozione? Che è piatto? A me è capitato di leggere qualcosa del genere.

Quello che ho imparato scrivendo, ma soprattutto leggendo è che le emozioni dello scrittore se non sono sincere, o se si mette un freno solo per la paura del giudizio dei lettori, il suo lavoro appare incompleto, come se mancasse qualcosa per renderlo unico, speciale.
 
Quando si scrive bisogna essere spontanei, liberi dai pregiudizi, bisogna far uscire i propri sentimenti e scriverli in bianco e nero su carta, perché quando si legge un libro è come se si stesse leggendo lo scrittore stesso, si percepiscono le sue emozioni, i suoi dolori, la sua rabbia. Scriviamo ciò che noi siamo, ecco come la penso.

Se scrivo ma sono annoiata e non mi va di farlo, di certo leggendo si noterà che non avevo molta voglia. Qualcosa cambia, si scrive poco, viene scritto male e soprattutto senza entusiasmo.
Una volta ho scritto un capitolo solo perché mi andava di terminarlo e quando l’ho stampato per farlo leggere a mia sorella mi ha detto: si vede che lo hai scritto senza voglia, fa schifo!
Leggendolo mi sono detta che aveva ragione, faceva proprio pena.
Se sei triste e depressa, scriverai negativamente, vedrai tutto nero e niente bianco e tutti i personaggi saranno un ammasso di depressi! E se sei arrabbiato? Vi immaginate un libro del genere dove emerge solo la rabbia?

Con questo non voglio dire che non dovete scrivere quando provate queste sensazioni, escluso quando non si ha voglia, ma dovete cercare di metterle tutte insieme e rendere il vostro scritto personale ed equilibrato, tranne che il caso non richieda diversamente. Certo se un romanzo è stato predisposto per avere un determinato sentimento prevarrà rispetto agli altri, ma sempre su quel personaggio che vi siete stabiliti, perché ricordatevi che non possono pensarla sempre tutti allo stesso modo.

Parto anche parlando del disegno perché anche i disegni trasmettono qualcosa. Quante volte notiamo un dipinto e cominciamo ad analizzarlo in tutte le sue sfaccettature? Anche qui si può notare i sentimenti che il pittore in quel momento ha fatto scaturire. Un pittore triste, depresso creerà un quadro i cui colori saranno spenti. Proprio di una persona triste.

Un pittore allegro troverà nei suoi sentimenti colori vivaci, luminosi, vivi… allegri appunto. Oppure un pittore arrabbiato dipingerà linee veloci, irregolari e premerà marcando con forza sulla tela che si ritrova davanti.
 
Questo per dirvi che ogni sentimento ha le sue parole e chi le legge le percepisce proprio come quel dipinto che scrutate e analizzate in ogni piccolo dettaglio.

Perciò quando scrivete fate uscire i vostri sentimenti, uniteli, plasmateli come fosse creta. Non chiudeteli a chiave dentro un cassetto, ma fate in modo che sia il vostro punto forte. Non vergognatevi e scrivete quello che più vi piace, facendo uscire voi stessi.  ;-)
Baci Baci,
by Damhìa=)

4 commenti:

  1. Bellissimo post...sembra scritto apposta per me=)!! Anche nel fumetto è la stessa cosa. E' uno dei miei lucchetti personali che sto cercando di rompere=)! Bravissima Damhia!!!

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    1. Grazie Volpe.
      L'ho scritto perché ci sono passata per prima io, anche se ancora devo cercare di sbloccarmi del tutto. Ma come dico sempre non bisogna demordere. Prima o poi si arriverà a scrivere/disegnare senza crearci dei limiti mentali. =)
      Alla prossima.

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  2. Non c'è il pulsante like come su facebook...ma lo stesso apprezzo il tuo commento=)!

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